La ricostruzione del seno dopo l’asportazione per un tumore è ormai diventata la naturale prosecuzione dell’iter curativo del carcinoma mammario, tanto che l’intervento è a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Per una donna l’asportazione del seno è senza dubbio traumatica, sia fisicamente che psicologicamente e la medicina moderna ha fatto progressi importanti nel preservare i tessuti e i muscoli pettorali, per predisporre la donna a una possibile ricostruzione quanto più simile a quella della mammella sana.

Ogni donna tuttavia presenta una particolare situazione clinica a seguito dell’asportazione del tumore e per questo ogni caso viene attentamente studiato dai chirurghi per avere un trattamento mirato.

Se ti trovi di fronte alla necessità di affrontare un intervento al seno dopo una mastectomia, puoi affidarti a medici chirurghi specializzati sia nel campo estetico che in quello della ricostruzione oncologica.

Alcuni chirurghi generali oggi si specializzano in quella che ormai è definita come chirurgia oncoplastica, fondendo le conoscenze mediche oncologiche con le tecniche di ricostruzione.

La medicina moderna può venirti incontro anche nel caso in cui l’intervento di asportazione del seno permetta di eseguire la ricostruzione in modo contestuale.

Potresti, infatti, essere tra quelle che, in base alla posizione del tumore, alla quantità di tessuto adiposo e ghiandolare da asportare e all’estensione magari ridotta del campo operatorio dove intervenire, può accedere alla ricostruzione del seno con protesi o con il prelievo di tessuto autologo, cioè da alcune zone del corpo stesso.

In altri casi, invece, potresti sottoporti alla ricostruzione del seno solo dopo aver trattato con le dovute cure la malattia, tra cui anche chemioterapia e radioterapia. Uno dei problemi che spesso si presenta per le donne che hanno subito la completa asportazione della mammella, è quella di ricostruire la zona del capezzolo e dell’areola.

Proprio per questo ti potrà consolare sapere che oggi i chirurghi oncoplastici tendono, ove possibile, a salvare questa zona del seno, in quanto sembra essere poco interessata dalla presenza di cellule tumorali, che si aggirano secondo ricerche recenti intorno al 1-2%.

Ci sono purtroppo dei casi in cui, però, non è possibile salvare questa parte che in qualche modo si potrebbe ricostruire con il prelievo di zone da altre parti del corpo come schiena, glutei e addome.

Se dovrai sottoporti alla ricostruzione del seno dopo aver subito la mastectomia e non durante lo stesso intervento, ti sarà applicato per un periodo l’ “espansore” sottocutaneo (un palloncino che viene periodicamente riempito di silicone). Lo stesso ti sarà utile per dilatare i tessuti che dovranno formare la sacca dove verrà collocata la protesi al silicone, o eventualmente del grasso prelevato per riempire zone avallate.

Le protesi oggi utilizzate nella chirurgia ricostruttiva del seno sono del tutto simili a quelle per gli interventi estetici e hanno un alto grado di sicurezza. Non vi è pericolo che possano danneggiarsi o che il materiale contenuto al loro interno si disperda o predisponga a patologie di alcun tipo. L’unico aspetto da considerare è che vanno cambiate dopo circa 10-15 anni per ovvi motivi di usura.

La mastectomia lascia di solito una cicatrice obliqua, che permette d’intervenire in una situazione operatoria già predisposta per la ricostruzione del seno.

Se dovessi subire una ricostruzione, è molto difficile che tu possa recuperare la sensibilità e può succedere che i 2 seni non siano simmetrici o del tutto simili. Spesso anche l’altro seno viene risollevato con una mastopessi, proprio perché sia il più simile possibile all’altro. Nei casi in cui sia presente la zona dell’areola e del capezzolo, questo risponde agli stimoli divenendo turgido, ma il seno stesso presenterà delle cicatrici più o meno visibili.

Anche se la sensibilità viene penalizzata, puoi avere di nuovo un seno che rappresenti la femminilità e la sensualità proprie di ogni donna dopo aver vinto la battaglia contro il cancro.

Dottor Matteo D’Ambrosio

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